STORIE
Il flash mob delle pavarazze
Nelle stagioni fredde il mare ogni tanto va via, sparisce, si ritira anche per centinaia di metri.
Nella sua ritirata prepotente il mare inventa una nuova geografia, modella catene montuose, altopiani, fiumi e canyon.
Allora, d'un tratto, un popolo si riversa su questa nuova terra effimera.
È un popolo improvvisato, antichissimo, che sembra non aver conosciuto pastorizia e agricoltura. È il popolo dei raccoglitori.
O alla buona, con in mano una sportina e buona volontà, o con secchiello e bastone munito d'una forchetta o un cucchiaio all'estremità, tutti cercano la stessa cosa, le pavarazze, quelle particolari vongole che in dialetto romagnolo si chiamano "poveracce". È il flash mob delle pavarazze. Un raduno improvvisato per un piatto di spaghetti.
A osservarli, lo sguardo chino a terra, come assorto e in realtà concentrato su ogni minimo dettaglio, il passo lento e ondivago, ci si rende conto che senza più saperlo questo popolo improvvisato ripete comportamenti atavici, assimilati da un altro popolo migratore, ma d'altra razza. Anch'esso intento a vagare nelle acque basse e chete scrutando la superficie dell'acqua in cerca di cibo. Quel popolo elegante ma dinoccolato che con la scusa di mangiare danza pigro nelle paludi.
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