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    La signora delle conchiglie

Casalborsetti - Il mare soffoca ogni estate sotto l'orda d'abbronzanti, ma in autunno torna a respirare, a mostrarsi come immensità, e chi lo ama torna a frequentarlo in solitudine. Così, passeggiando, d'un tratto scorgo un quadro di Friedrich, il Monaco sulla spiaggia, vivente, domestico.

La spiaggia è deserta. La signora, che ricorda un po' il monaco di Friedrich, non guarda l'orizzonte ma osserva attentamente la battigia, e ogni tanto si china a raccogliere conchiglie.

  • Scusi signora, per caso si trovano ancora ventagli?
  • Ormai ce n'è pochi, ma a guardar bene qualcuno ancora c'è...

  • Mia figlia ne va matta, ne ha una collezione.
  • Io li raccolgo per mia nipote. Ecco, guardi, lo porti a sua figlia.

  • La ringrazio molto, signora, ma sua nipote rimarrà senza.
  • Oh, mia nipote ne ha una scatola piena. Vengo tutti i giorni, e gliene porto sempre qualcuno. Sa, lei abita in collina, viene di rado al mare. Eppure le piace tanto.
  • Grazie, è davvero molto gentile.

La signora prosegue a raccogliere i Pecten, che i bambini chiamano ventagli, i fratelli minori della capasanta o conchiglia di San Giacomo. Me ne offre da riempirmi le tasche, mentre si chiacchiera del più e del meno, cioè del mare, e di come stia cambiando; dei porti turistici che spuntan come funghi nel Ravennate -il padre di Lilli Gruber ne ha voluto uno proprio da queste parti, e la piazza di Casalborsetti è ora dedicata a lui.

Ma ormai s'è fatta ora d'andare.
  • Se vuole, ripassi. Abito vicino alla caserma.
  • Volentieri signora. Se capiterà, molto volentieri.

E così torniamo indietro. Carichi di ventagli per le nostre piccole.

 

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