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    La Romagna non la bombardare


La signora sferruzza sulla porta del bagno 115 e guarda gli aquiloni. "Mi piacciono tanto. Quando eravamo piccoli li facevamo con la carta di giornale, le canne tagliate in quattro, e la colla fatta con la farina. Andavamo su, alla rocca Malatestiana. Ma bastava un colpo di vento e s'impigliavano sui fili della luce. E dovevamo ricomnciare daccapo: carta, canne e farina".

Gli aquiloni solcano il cielo lattiginoso di Pinarella di Cervia, ridente stazione balneare dell'Adriatico romagnolo -scriverebbe il redattore del Touring club.

"Ho preso vacanza in questi giorni. L'ho annunciato a figli e nipoti. Fino al primo maggio starò qui. Ho una casa, ma a loro non piace il mare, vengono solo a mangiare la domenica, e poi tornano subito a Cesena. Quando finiscono le scuole vengo qui e resto fino a settembre. A me piace il mare, vengo in questo bagno da quarantacinque anni, e raccolgo le conchiglie".

- A me piace il mare d'inverno. "Eh, ma d'inverno c'è la ‘montagna’ (la duna artificiale per proteggere gli stabilimenti, n.d.r.), ad andare ce l'ho fatta col mio bastone, ma al ritorno mi ha dovuta prendere mio figlio".

- Ma non c'era un passaggio? "Era lontano. Ma mio figlio è alto e robusto, io ormai sono la piccola della famiglia, mi sono abbassata con l'età, mi ha superato anche mia nipote di dieci anni. Ero un metro e settanta, ma ora sarò un metro e cinquantacinque. Un tempo andavamo alle colonie".

- Quelle più a sud? "Sì, quelle, ma con la guerra... È stata dura"

- Qui correva la linea gotica... "Sì. Il fratello di mio padre era in America, era aviatore. Gli scrivevamo: ma la Romagna non la bombardare! ‘No, no, la Romagna non la bombardo, state tranquilli’, ci ha assicurato".
Lo zio d'America non ha mai bombardato la Romagna.

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