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Locus solus

Dosso Dossi, Giove, Mercurio e la Virtù, 1523-24 La pittura ha natura ermafrodita. È il luogo del non luogo. Piuttosto che una topologia, rende visibile una utopologia, una sapienza del luogo utopico, luogo sottratto alle cure dell’uomo, non abitabile: il non luogo. La sua planitudine è crocicchio di metamorfosi perpetue: la materia diviene linguaggio, il linguaggio materia. Incessantemente.

Webb e la doppia cornice

Alex Webb, fotografo Magnum, ha raccolto trent’anni di scatti in The suffering of Light, da cui appare evidente la sua ricerca sulla doppia cornice. Si potrebbe parlare di scatole cinesi, ma sarebbe in parte fuorviante: gli elementi che compongono le scatole cinesi sono sostanzialmente analoghi. . Cosa intendo con doppia cornice? La foto è una “cornice”: ritaglia e incornicia una porzione di visibile.

On the road. Intervista a Robert Frank

INTERVISTA ESCLUSIVA DI RONG JIANG A ROBERT FRANK | NEW YORK, 22 LUGLIO 2007 . . ◊ Come ha avuto l’idea di fare questo viaggio negli Stati Uniti e realizzare il progetto The Americans? RF: All’epoca ero già stato negli States per 8 o 9 anni e non avevo ancora visto molto eccetto un giro d’un giorno nel New Jersey e un viaggio a St. Louis.

Cartier–Bresson dice come

Intervista radio del 1958 a Henri Cartier-Bresson, dalla serie I fotografi famosi dicono come, di Candid Recordings Audio . . HCB per me la fotografia è riconoscere in una frazione di secondo il significato d’un evento e simultaneamente individuare l’organizzazione precisa della forma che conferisce a quell’evento la sua espressione appropriata.

Il momento decisivo

Nel 1952 esce l’edizione inglese di Images à la sauvette di Henri Cartier Bresson. In copertina un papier découpé di Matisse, il titolo sintetizza la filosofia di Cartier Bresson: The decisive moment.  “Non c’è nulla al mondo –spiegava il celebre fotografo– che non abbia un momento decisivo”. Da allora il “momento decisivo” è divenuto la chiave di volta del fotogiornalismo e della foto di strada.

Allitterazioni visive

Disdéri, in certo senso, è il nonno di Warhol. È l’artefice dell’immagine in serie, dell’immagine di massa. Nel 1854 brevetta la carte de visite fotografica, un’immagine di 8,5×6 centimetri che permette la ripresa simultanea di otto fotografie sulla stessa lastra. L’immagine-condominio, insomma.

Via Ospizio dei ciechi

Via ospizio dei ciechi, in cima a via Etnea, è strada stretta. Un cancello la sbarra in fondo. Dietro vi starebbero suore, ma nessuno le ha mai viste. Non v’era granché oltre l’ospizio: Case basse, d’Ottocento, rosse, verdi le imposte, fra muretti neri a cinta d’orti e palmizi giganti. La casa dei Curcio ne custodiva quattro, palme, tra cornici di bosso. La via Passo Gravina taglia la via dell’ospizio in due e poco sopra strozzava tra mura alte e rampicanti. […]

La nascita

La zia Lina scopre l’uso dell’acqua calda, anche se non è qui per questo. Una delle ziette s’affaccia dalla camera e le chiede se la mamma abbia partorito. Non ancora.